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Non è solo un designer, Yves Béhar. Intanto non disegna oggetti ma soluzioni.
Nato a Losanna, classe 1967, studia in Svizzera e a Pasadena, California. Diventa design leader negli uffici di Frog Design e Lunar Design, nella Silicon Valley, e sviluppa l’identità di prodotti Apple, Hewlett-Packard, e Silicon Graphics. Il suo studio è a San Francisco, dove nel 1999 ha fondato fuseproject, di cui è CEO. Prima laboratorio di idee sostenibili, poi brand che progetta strategie e innovazioni per aziende e istituzioni internazionali, integrando prodotto, marchio e design esperienziale. “Design brings stories to life” è il motto che campeggia nell’homepage di fuseproject, una delle 10 aziende di design più innovative al mondo, secondo Fast Company già nel 2014. Ma non solo.
Béhar è un imprenditore convinto che il design possa davvero cambiare il mondo. Come ha fatto lui, con i progetti umanitari per la no-profit One Laptop per Child, progettando computer portatili low cost per bambini, e innovando così il sistema educativo di intere nazioni, o See Better to Learn Better, che negli ultimi 10 anni ha distribuito gratuitamente 6 milioni di occhiali da vista ai bambini in Messico. Béhar è anche in prima linea nel venture design e partner di startup. Tante sono le collaborazioni importanti con aziende come Herman Miller, Samsung, Puma, Issey Miyake, Prada, SodaStream, Nivea, e The Ocean Cleanup. Perché, con il suo approccio integrato e multidisciplinare, fuseproject fonde davvero tutti gli elementi in un’esperienza generativa di cambiamento, come ci ha raccontato Yves Béhar in questa intervista.
Perché ha fondato “fuseproject”? Che cosa cercava e non trovava nelle agenzie esistenti?
Ho fondato fuseproject nel 1999, un momento in cui molte persone parlavano dell'integrazione delle discipline del design e della necessità di coesione nel modo in cui le persone vivono i brand e i prodotti. Ho capito come i diversi campi del design potevano unirsi: design industriale, brand, packaging, interaction design, interfaccia utente, e così via. Ho iniziato a pensare a come, in futuro, queste discipline si sarebbero fuse e constatato come - a mio parere - nessuno stesse seguendo questa pista all'epoca.
Ero ossessionato dall'idea di praticare una forma di design che fosse multidisciplinare, che letteralmente associasse tutte queste discipline diverse e, grazie a questa intuizione, è nata fuseproject. Da lì, il nostro motto è diventato “fondere diverse discipline creative al servizio di una grande idea.”
Di quali nuovi prodotti e tecnologie è più orgoglioso?
Ritengo che un buon design acceleri l'adozione di nuove idee. Oggi, in questo XXI secolo, abbiamo bisogno di nuove idee su come soddisfare le esigenze delle persone, su come integrare la sostenibilità nei prodotti e nelle industrie, e su come avvalersi del design per creare comunità più sane. Siamo stati molto fortunati a creare delle novità nel modo in cui la tecnologia e il design raggiungono le persone e creano nuovi modi di vivere. Ad esempio, Jambox è stato il primo altoparlante bluetooth ampiamente disponibile sul mercato. Il televisore Samsung Frame ha mostrato per la prima volta come un televisore possa supportare il gusto artistico personale, diventando così molto più che uno spazio nero sulla parete. Con August Smart Lock, l’innovativo sistema di accesso da noi creato, abbiamo cambiato il modo in cui noi e le nostre famiglie entriamo in casa. Poi, Sodastream, che porta acqua frizzante sostenibile in ogni casa. Tra i miei preferiti ci sono i progetti di design più classici, come la sedia Sayl di Herman Miller, un prodotto dall’ottima ergonomia e un impatto ambientale minimo, con un prezzo accessibile per gli acquirenti.
Siamo anche impegnati in iniziative di design che consentono alle persone di qualsiasi età di vivere in modo migliore, come la culla robotica Snoo per i neo-genitori, il compagno Elli-Q per un invecchiamento più sano, il manicotto neurale Cionic che aiuta le persone a reimparare a camminare, e – tra i miei preferiti - gli occhiali Ver Bien, che vengono forniti gratuitamente ai bambini delle scuole messicane. Dalla data del loro lancio, abbiamo già fornito l’occhiale a oltre 6 milioni di piccoli.
Può spiegare cos'è un processo di generative design?
Il design generativo consiste nell'approfondire una grande idea, piuttosto che generare molte idee diverse e analizzarle solo superficialmente. Una volta selezionata una grande idea, il team multidisciplinare esplora le soluzioni di tutti i componenti dell'experience: l'esperienza dell'utente, l'ergonomia, il brand e lo storytelling, le interazioni digitali e fisiche. Sebbene ci focalizziamo su un'unica idea, non ci accontentiamo di un'unica esecuzione. Al contrario, realizziamo numerosi prototipi ed esploriamo un'ampia gamma di possibilità basate sulle soluzioni. Per esempio, per la sedia Sayl, tra i team di fuseproject e di Herman Miller, abbiamo costruito circa 70 prototipi, ognuno dei quali esplorava l'importante idea di come creare uno schienale privo di telaio composto da un unico materiale, che potesse offrire il massimo comfort - unitamente a minimizzare il suo impatto ambientale - a un prezzo accessibile.
Quali metodologie possono essere applicate a un settore più tradizionale come quello dell'arredamento e del design italiano? Riesce a immaginare qualche collegamento?
Sono molto entusiasta del savoir-faire italiano nel design dell'arredamento, tanto che presto rivelerò alcuni nuovi progetti a cui sto lavorando con partner italiani. Le aziende di arredamento e design italiane hanno già un forte senso di ciò che la gente vuole, e potranno trarre benefici dalle possibilità offerte sia da nuovi comportamenti umani che da nuove tecnologie. Esaminando contemporaneamente i materiali, la tecnologia, la sostenibilità, e l'esperienza umana, saremo in grado di fornire risposte molto pertinenti e affascinanti al modo in cui viviamo e lavoriamo nelle nostre case, e non solo. Il legame che tutti questi elementi condividono deve essere portato alla luce anche nei settori tradizionali del design, come l'arredamento. Per esempio, abbiamo collaborato con ORI, un'azienda di arredamento robotica nata al MIT, per progettare nuovi modi di trasformare appartamenti molto piccoli in spazi più vivibili. Ci siamo concentrati su tutti gli aspetti del modo in cui le persone vivono la loro casa: il dormire, socializzare, lavorare, e l’organizzare le proprie cose all'interno di uno spazio molto ridotto.
Secondo lei, qual è il ruolo di un designer e imprenditore oggigiorno?
Fondamentalmente, la nostra filosofia è "il design accelera l'adozione di nuove idee." Per me, il ruolo del designer è quello di distillare e affrontare le idiosincrasie della vita moderna con nuove idee. Dopo tutto, il ruolo dei designer di oggi - proprio come quello degli imprenditori di oggi - è quello di considerare innanzitutto il rapporto con i propri clienti. Quindi, se questo rapporto è buono dal punto di vista emotivo, della salute, e della sostenibilità, verosimilmente anche il design - e gli affari – saranno positivi. Cerco le aree non amate della vita e il modo in cui noi, come designer e imprenditori, possiamo considerare le esigenze umane fondamentali di semplicità anziché complessità, legami anziché differenze, comunità anziché individualità. Se, in una nuova iniziativa imprenditoriale, riesco a utilizzare le tattiche del design per eliminare le contraddizioni e creare l'esperienza giusta, quest’attività avrà un impatto positivo sul pubblico a cui è destinata. Questo primo passo è uno dei più importanti nel lungo cammino verso il successo.
La sostenibilità è il principale tema contemporaneo. Come si può conciliare l'approccio sostenibile con l'estetica e il tocco umano?
Per me, se non è etico, non può essere bello. Tuttavia, sostenibilità non significa rinunciare alla bellezza. Al contrario, i nuovi materiali e processi possono creare una diversificazione, una nuova estetica, e persino un senso di sorpresa, di meraviglia. Ad esempio, la nostra collezione di legno di scarto stampato in 3D per Forust, o i nostri occhiali da sole in plastica oceanica per The Ocean Cleanup, hanno dimostrato come le idee sostenibili siano alla base di un nuovo ed entusiasmante tipo di bellezza. Ecco perché i prodotti e i servizi che sviluppiamo sono ormai un punto di riferimento per quanto riguarda gli impatti ambientali positivi in settori che vanno dalla salute alla mobilità, dalla robotica all'interior design e oltre. Sostanzialmente, quando un utente finale si rende conto che il proprio prodotto esteticamente gradevole è stato progettato prestando attenzione alla sua sostenibilità, lo apprezza ancora di più e si lega ulteriormente alla visione dell'azienda che lo ha prodotto.
È sempre difficile parlare del futuro, ma cosa si aspetta per gli anni a venire in termini di innovazioni?
Continueremo a vedere una proliferazione di prodotti basati sull'intelligenza artificiale che favoriscono la salute e il benessere, e che rispondono molto meglio alle esigenze delle singole persone; secondo me questo è il beneficio benevolo dell'intelligenza artificiale. Inoltre, se consideriamo il cambiamento climatico, progettare tenendo conto della sostenibilità ambientale sarà di fondamentale importanza, indipendentemente dal settore. Ci sarà un cambiamento radicale in ciò che progettiamo e di come lo progettiamo. I designer e gli imprenditori possono iniziare questo movimento adesso. Spero che la nostra comunità colga questa fondamentale e straordinaria opportunità.
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