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Milano, città d’arte e di cultura, ha tanti primati nascosti. Da pochi mesi, dal 1 ottobre 2022, ospita anche la più importante collezione di Futurismo al mondo, al Museo del Novecento di Piazza Duomo.
Nel cuore della città, il Palazzo dell’Arengario, progettato da Griffini, Magistretti, Muzio, Portaluppi, e ristrutturato da Italo Rota, accoglie le collezioni di arte italiana del Novecento, per diffondere la conoscenza del patrimonio artistico del XX secolo.
Apre il percorso espositivo la collezione di 26 opere di artisti italiani del primo Novecento, appartenuta all’imprenditore milanese Gianni Mattioli e lasciata in comodato gratuito dal nipote del grande collezionista, ora esposta nella Galleria del Futurismo.
Rinnovato il progetto espositivo, che definisce nuovi parametri nel dialogo tra le opere e lo spazio della Sala delle Colonne, eliminati i tramezzi in corian, scomparsa la tappezzeria alle pareti, sostituita da un luminoso grigio chiaro. La Sala riacquista così la sua vocazione monumentale, con il sistema di allestimento e illuminazione di Italo Rota con Alessandro Pedretti. Unico elemento di arredo, le panche Anton di Molteni&C in peltro e pelle, design Vincent Van Duysen, posizionate al centro della Galleria, per permettere ai visitatori di contemplare in tranquillità le opere.
La saletta all'ingresso si è trasformata in uno spazio aperto che introduce la poetica futurista con i Manifesti – fondamentale strumento di diffusione delle idee e della grafica del movimento – e i lavori su carta di Antonio Sant'Elia e Giacomo Balla. I capolavori futuristi sono esposti secondo l'evoluzione tecnico-pittorica dei Maestri, ma anche la vicinanza tematica e stilistica delle opere, come la celebre scultura di Umberto Boccioni Forme Uniche della Continuità nello Spazio, e i quadri Dinamismo di un ciclista e Dinamismo di un corpo umano, e poi Materia, ritratto che l’artista fece a sua madre, e il bozzetto de La città che sale. In successione, troviamo Manifestazione interventista di Carlo Carrà; i balli raffigurati da Gino Severini in La Chahuteuse e Ballerina blu; e poi opere di Giacomo Balla, Amedeo Modigliani, Mario Sironi e Giorgio Morandi.
Gianfranco Maraniello, nuovo direttore da fine maggio 2022 dell’Area Musei d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano, lavora a “una mappa organica e una nuova identità cui concorrano tutti i musei dell’Area, individuando l’eredità storica e l’identità percepita e percepibile di ognuno”. Perché Milano è ancora la città che sale, piena di energia e voglia di attrarre il pubblico che ama l’arte in tutte le sue forme.
Durante la Milan Design Week 2025, Molteni&C presenta Letters to Milan, un'installazione di Studio Klass al Museo Poldi Pezzoli che esplora il legame intimo dell'azienda con la sua città natale.
La Power Station of Art (PSA) è il primo – e al momento unico – museo statale di arte contemporanea sul territorio Cina.
Per UniFor, il design è sempre stato qualcosa di più di un semplice prodotto: ogni oggetto creato dall'azienda rappresenta un dialogo tra il suo ideatore (progettista/designer) e l'utente, e incarna la sua visione di come uno spazio dovrebbe farvi sentire.
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