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Il catalogo di UniArm, il nuovo braccio portamonitor di UniFor, si apre con alcune pagine di fotografie ravvicinate che mostrano la sua forma elegante e snodabile, seguite da una doppia pagina di immagini radiografiche del prodotto.
Nella radiografia non si vedono un omero, un'ulna o un radio, ma una molla a spirale, la cui tensione è visibile, insieme a numerosi cavi, ordinatamente incanalati da un’estremità all’altra del braccio. Una linea sottile intorno ai componenti ricorda la presenza di una leggera pelle di alluminio che li racchiude.
Per una mente scientifica o tecnologica, una radiografia è affascinante non solo per la meraviglia di ciò che rivela, ma anche per la sua bellezza intrinseca. Negli anni '30, il radiologo americano Dain L. Tasker trasformò la tecnologia nascente della sua professione applicandola alla sua passione per fotografia e fiori. Ne naquero affascinanti e bellissime stampe alla gelatina d'argento di singoli fiori, molte delle quali sono state esposte in gallerie d’arte. L'obiettivo di Tasker, seppur focalizzato sull’anatomia, sollevava interrogativi che andavano oltre: “I fiori sono l'espressione della vita amorosa delle piante”, scrisse a proposito del suo lavoro.
Negli anni più recenti, il fotografo Nick Veasey ha realizzato immagini a raggi X di oggetti di design, tra cui diversi pezzi delle collezioni di design del Victoria and Albert Museum di Londra: un abito in taffetà di seta firmato Cristóbal Balenciaga e una macchina fotografica Leica II 35 mm degli anni Trenta. Come accade per le immagini radiografiche di UniArm, anche queste rivelano componenti nascosti e talvolta sorprendenti - se non tutti i segreti degli oggetti stessi.
Nel catalogo UniFor, a cura di Studio Klass, si ha la possibilità rara di vedere l'interno dell'oggetto – nato dalla collaborazione dell'ingegnere meccanico e designer Alberto Meda con il figlio, il designer Francesco Meda. La filosofia progettuale dei Meda consiste nel nascondere la complessità tecnologica, anzichè esibirla, utilizzando la loro capacità per semplificare gli oggetti con cui conviviamo.
“Come utente, non vuoi sapere cosa succede all'interno”
Alberto Meda.
Nel corso dei secoli, gli ambienti di lavoro sono stati costantemente ripensati in base alle esigenze e alle teorie più avanzate del momento: dagli scriptorium dei monaci medievali alle idee tayloriste di razionalizzazione dei processi produttivi all'inizio del XX secolo. Più tardi, nel Novecento, i progettisti si sono confrontati con le promesse e le criticità degli uffici open-space — un dibattito a cui ha contribuito anche UniFor, con il Sistema Modulo3 del 1969, firmato da Bob Noorda e Franco Mirenzi. Oggi è impossibile non aver notato l'impatto della pandemia di Covid-19 sugli spazi ufficio, nuove tecnologie e modalità di lavoro si spostano dall'ufficio al lavoro da casa e viceversa. Per UniArm, tuttavia, le prospettive sono meno panoramiche e più specifiche.
Il brief di UniFor per Alberto e Francesco Meda era quello di progettare una famiglia di bracci portamonitor articolati, dotati di un meccanismo cinematico in grado di offrire libertà di movimento agli utenti. L'“obiettivo condiviso”, spiegano Alberto e Francesco, era quello di conferire “nuova identità e performance a un oggetto che spesso appare anonimo sul mercato”.
UniFor opera in questo settore dal 1969, mentre l'esperienza di Alberto Meda comprende decenni di collaborazioni con clienti di primo piano: da Alfa Romeo Auto a Brevetti Gaggia, Kartell, Ideal Standard, Philips e altri. Francesco Meda, invece, è un industrial designer di formazione, avendo fatto esperienza negli studi di Sebastian Bergne e Ross Lovegrove, e ha realizzato progetti a suo nome per clienti come Molteni&C, Kartell e Caimi Brevetti. Lavorare insieme, dice Alberto, è come stare in una ‘bottega’ - un laboratorio o atelier - dove i prodotti ben fatti nascono dall'incontro di mani e menti diverse.
I bracci portamonitor sviluppati in questa bottega sono realizzati in alluminio estruso e rifiniti con terminali in alluminio pressofuso, stampati a iniezione per creare giunti a cerniera. All'interno sono presenti componenti in acciaio, mentre la forma estrusa è in grado di integrare binari per cavi di alimentazione e dati, utilizzando guarnizioni in elastomero per incanalarli senza problemi. La soluzione finale è semplice, anche se ottenuta con metodi di produzione tecnologicamente avanzati.
“Utilizzando la tecnologia in questo modo, si ha la possibilità di essere più flessibili e di realizzare qualcosa su misura”
Alberto Meda.
Nella produzione, l'alluminio estruso dei bracci può essere realizzato in diverse lunghezze e un semplice meccanismo regola la forza della molla in base al peso dei monitor. La semplicità si riflette anche nel ciclo di vita del prodotto: il numero ridotto di componenti facilita lo smontaggio.
Come riassumono i progettisti, si tratta di “un progetto meccanicamente complesso, poiché coinvolge diversi parametri come pesi, attriti e cinematica”. Eppure, aggiunge Alberto, “in un certo senso, è tutto molto chiaro.”
Gli arredi, soprattutto quelli usati quotidianamente, hanno una stretta relazione con il corpo umano. Una connessione che è stata esplorata dagli scrittori anche attraverso il linguaggio, come nel libro di poesie Il tavolo (1991), in cui il poeta Francis Ponge medita sul sostegno vitale offerto dal suo tavolo nel corso dei sette anni necessari per completare il poema. Utilizzando l'amore per l'etimologia per analizzare i diversi significati di questo oggetto comune d'arredo, il tavolo si trasforma in ‘piattaforma d'appoggio’, ‘consolle’, ‘terreno per la penna’ e persino ‘madre di legno’.
Questa relazione linguistica tra le persone e i loro arredi trova una corrispondenza anche fisica. Tavoli e sedie hanno gambe mentre lampade e monitor hanno braccia. Nel linguaggio dell'ufficio, sono auspicabili metodi di lavoro ‘agili’ a un livello più olistico le persone sperano di vivere in un corpo il più agile possibile e il design svolge un ruolo importante nel supportare questa aspirazione attraverso l'ergonomia. I fisioterapisti, ad esempio, sono in grado di riconoscere a posteriori un design inadeguato, quando anni di postura scorretta richiedono esercizi correttivi, tuttavia, è meglio anticipare e prevenire questi problemi. UniFor, come Alberto e Francesco Meda, ha alle spalle anni di ricerca e sperimentazione sull’ergonomia e sa che anche la più piccola interazione assume rilevanza quando viene ripetuta nel tempo. Lavorando su questa scala umana, UniArm riconosce la necessità dell’individuo di avere un alto livello di controllo sul proprio ambiente, anche all'interno di un ufficio grande e complesso.
A tal fine, UniArm è disponibile in diverse configurazioni: dal braccio portamonitor base con un singolo snodo, al braccio portamonitor a doppio snodo, fino a versioni più articolate con diramazioni multiple. Nella parte superiore di ogni braccio si trova il collegamento per monitor VESA. Insieme, questi elementi consentono di ruotare il monitor in orizzontale, in verticale e di regolarne l'altezza, la distanza o l'angolo. In pratica, gli utenti di UniArm possono effettuare regolazioni precise e intuitive per trovare la posizione ideale, evitando di affaticare collo, spalle e schiena. Ma la libertà che offre è pensata anche per consentire un lavoro dinamico: il braccio può essere adattato a un compito specifico o utilizzato per collaborare con i colleghi.
“La possibilità di spostare lo schermo per mostrare agli altri ciò che si sta facendo è importante per la condivisione”
Alberto Meda.
L'altra parte del lavoro dei designer, aggiunge Alberto, consiste nel progettare un oggetto la cui estetica “sia in grado di valorizzare lo spazio in cui si trova”, aspetto di cui si è occupato Francesco in fase di progetto. La palette di colori di UniArm è essenziale: un antracite più scuro e una finitura cromata smerigliata più chiara, mentre nelle immagini del catalogo si mostrano questi bracci metallici attraversati da cavi rosso vivo. Le immagini pur non riportano tutte le informazioni delle radiografie, mostrano però questi cavi che emergono dalla forma raffinata della struttura, ricordando la flessione di un tendine, la potenza e l'eleganza di un corpo in movimento.
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